THE LIFE AFTER – Franco Fiorillo

brochure

14 giugno – 16 agosto 2014
Inaugurazione 14 giugno 2014, ore 19

A cura di
Patrizia Ferri

Artisti
Franco Fiorillo

Coordinamento
Enzo De Leonibus

Orari di apertura
Tutti i giorni dalle ore 18:00 alle 21:00 o su appuntamento;
chiuso lunedì e martedì.

comunicato stampa

Sabato 14 giugno, presso il MuseoLaboratorio ex manifattura tabacchi di Città Sant’Angelo, si inaugura la mostra personale di Franco Fiorillo: ‘ The Life After’.

La mostra che presenta una panoramica degli ultimi cinque anni di lavoro, in un percorso che parte da due pezzi “storici”, con installazioni, disegni, sculture, maquette, una serie di video e un nuovo site specific, “Insanity Plane”, inaugura un nuovo corso dell’itinerario creativo dell’artista a fronte di quelle cause di forza maggiore, ovvero interferenze e perdite anche traumatiche, intercettate ed elaborate in termini di rigenerazione esistenziale ed artistica empatica e condivisa, che per Fiorillo convergono e si intrecciano costantemente in opere e progetti che scaturiscono da una prassi poetica e concettuale di svelamento dei meccanismi del reale, politici, ideologici e sentimentali: una ricerca in costante ricucitura di sé stessa e senza soluzione di continuità che costituisce un organismo olistico e relazionale strutturato come un ipertesto , dove la consapevolezza agisce come un bisturi delicatissimo e insieme tagliente nelle mani sapienti dell’artista.
All’ insegna di un’estetica del Day After, inaugurata, tra gli altri, da artisti come Kentdrige, Boltanski, Haacke e Fabio Mauri, Franco Fiorillo concepisce l’ombra liquida della memoria e del caso come istanza fondante della narrazione individuale nonché della Storia collettiva, come scenari della transizione individuale ed epocale: partendo dal presupposto che la vita sia una catastrofe annunciata perchè il tempo vince su tutto, catastrofe del nascere e del morire, ricordare e dimenticare, indica che l’arte possa riscattarla a futura memoria come antidoto all’oblio. Un’arte che nasce dal risarcire e rimarginare la ferita della condizione umana, sospesa in un percorso di conoscenza che ne esplori la speranza e la precarietà, le tragedie della Storia e del quotidiano nel racconto di una geografia emozionale, in una poetica di vita ulteriore con una propensione all’ ironia e al gioco nelle sue varie declinazioni, da quello che rende liberi a quello al massacro, tra costruzione e distruzione del concetto di opera, che mettendo sullo stesso piano artista e fruitore restituisca identità, legando spazio intimo e pubblico, tempo individuale e universale.

Patrizia Ferri